Contenuto pagina
Mediateca Montanari e Biblioteca Federiciana

Con le parole giuste: Coerenza

Personalità di spicco nei campi dell’impegno civile, della filosofia e della letteratura ci stimolano a riflettere su alcune parole chiave che in ambito giudiziario hanno un significato, ma che in altri settori assumono senso e peso diversi. Per discutere del valore del linguaggio da prospettive eccentriche.

Venerdì 28 marzo - ore 18.00 - Sala verdi, Teatro della Fortuna

Coerenza - in nome della giustizia

Lionello Mancini (1951) ha lavorato come cronista giudiziario per Lotta Continua e Il Sole 24 Ore collaborando per alcuni anni anche con La Stampa e Panorama. È stato vicedirettore di Radio 24. Dal 2006 è tornato a occuparsi di giudiziaria come inviato de Il Sole 24 Ore.

 

Giuseppe Pignatone (1949) è un magistrato italiano, procuratore della Repubblica di Roma dal 2012.
Entra in Magistratura nel 1974. Ha collaborato per tanto tempo con Piero Grasso, ex Procuratore capo di Palermo nella conduzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. A Palermo ha portato a termine numerose indagini contro Cosa Nostra facendo condannare vari capi e gregari della criminalità organizzata siciliana, in particolare Vito Ciancimino, Totò Cuffaro, ed ha coordinato le indagini che hanno portato all'arresto del superlatitante Bernardo Provenzano.
Nel 2008 è stato nominato Procuratore capo di Reggio Calabria dove ha continuato la sua lotta contro l'Ndrangheta essendo anche a capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Per il suo impegno ha subito alcune intimidazioni e minacce.
Nel 2012 è stato nominato dal Procuratore capo di Roma.
Sempre nel 2012 su suo ordine, i carabinieri del NOE coordinati da Sergio De Caprio, meglio noto come Ultimo, e dal capitano Pietro Rajola Pescarini, hanno perquisito l'abitazione di Massimo Ciancimino a Palermo e di altri imprenditori e prestanome alla ricerca di carte, file e documenti sulla Ecorec utili alle indagini avviate dai pm Delia Cardia e Antonietta Picardi in riguardo al riciclaggio di denaro nella più grande discarica di rifiuti in Europa a Glina (Romania) del valore di circa 115 milioni di euro e che, secondo gli investigatori, è riconducibile proprio a Ciancimino e farebbe parte del tesoro accumulato dal padre Vito quando era sindaco di Palermo.


  • venerdì 28 marzo 2014

Copyright © 2024 Mediateca Montanari e Biblioteca Federiciana - Gestito con Docweb [id] - Privacy Policy