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Fascismi di ieri, fascismi di oggi

Analisi di filosofia politica e storica dei fenomeni dei fascismi in Italia e nel mondo

Venerdì 22 marzo 2019 - ore 17.30

Relatore
Prof. Luigi Alfieri, Presidente Scuola di Scienze Politiche e Sociali

Moderatori
Prof. Mauro Bozzetti, Filosofo, Università di Urbino
Dr. Antonino Maria Italia, Avvocato del Foro di Pesaro

Luigi Alfieri
Fascismi di ieri, fascismi di oggi

In senso stretto, “fascismo” è senza dubbio il movimento che ha come struttura di riferimento il Partito Nazionale Fascista e come capo indiscusso Benito Mussolini. In questo senso, il fascismo nasce il 23 marzo del 1919 con la fondazione dei Fasci di combattimento (prima forma del partito) a Milano e muore il 25 aprile del 1945 con la Liberazione. E, in questo senso, ovviamente è un fenomeno unico e irripetibile.
Tuttavia, il termine “fascismo” (ingl. Fascism, ted. Faschismus ecc.) è comunemente usato all’epoca, sia dagli antifascisti che dai fascisti stessi, per denotare un complesso di movimenti politici che si richiamano più o meno esplicitamente all’ideologia del fascismo italiano e/o ad alcuni sui aspetti organizzativi (p. es. la costituzione di milizie armate di partito, l’uso di uniformi, marce, rituali di tipo militare ecc.). In questo senso, tra gli anni Venti e gli anni Quaranta ci sono “fascismi” in tutto il mondo (Stati Uniti compresi). Alcuni restano piccoli movimenti senza importanza, altri prendono il potere (o lo ottengono durante la Seconda Guerra Mondiale grazie all’occupazione militare tedesca). In particolare, Italia fascista e Germania nazista sono accomunate nel concetto di “Nazifascismo”. Gli schieramenti contrapposti durante la Seconda Guerra Mondiale radicalizzano la contrapposizione politico-ideologica: la guerra è vissuta come una crociata contro
il fascismo, fascisti sono considerati (e spesso si considerano) tutti coloro che sono alleati di Germania, Italia e Giappone: Bulgaria, Ungheria, Romania ecc.
Tutti questi movimenti stanno senza dubbio dalla stessa parte, e quindi hanno certamente qualcosa in comune. Nello stesso tempo, presentano sicuramente differenze anche molto grandi (p. es., il fascismo italiano diventa ufficialmente antisemita solo nel 1938, il regime bulgaro è antisemita in maniera molto blanda e di fatto protegge gli ebrei, ecc.). Questa realtà di fatto costringe a costruire un concetto generale di fascismo che non può riferirsi soltanto al fascismo italiano, e quindi a chiedersi quali sono i caratteri politici identificabili come fascisti, tenendo conto che non necessariamente sono tutti presenti in ogni singolo fascismo.
Si pone naturalmente il problema se, dopo la Seconda guerra mondiale, sia ancora sensato parlare di fascismo in maniera non pretestuosa. Per certi versi, la questione è banale: ci sono stati e ci sono, soprattutto in Italia ma non soltanto, partiti e movimenti che si dichiarano fascisti o che comunque usano ostentatamente simboli tipici e inequivocabili del fascismo (camicia nera, saluto romano ecc.). Quindi, senza dubbio il fascismo non è finito con la guerra ed esiste ancora oggi.
Più delicata e controversa, ma ineludibile, è la questione se ci sia fascismo (tratti fascisti, comportamenti fascisti, mentalità fascista) anche dove non si fa riferimento esplicito e diretto al fascismo del passato, non si intende affatto dichiararsi fascisti ed eventualmente del fascismo storico si dà una valutazione negativa.
Ci sono fascisti che non solo non si dicono tali, ma forse non sanno di essere tali? Un’eventuale risposta positiva è particolarmente inquietante, perché il fascismo non dichiarato o inconsapevole potrebbe essere un orientamento politico che sta vincendo o ha già vinto. Senza bisogno di camicie nere, e senza affatto fare cose paragonabili ad Auschwitz. D’altra parte, non voler vedere il fascismo dove c’è può esso stesso essere un modo, il più insidioso, di essere fascisti.
Quindi, aprire un dibattito su cos’è e dov’è il fascismo oggi è un esercizio indispensabile di libertà civile. Tenendo presente che la questione è aperta, che opinioni contrapposte sono del tutto legittime e che nessuno ha il diritto di chiamare “fascista” chi semplicemente non la pensa come lui.

  • venerdì 22 marzo 2019

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